M.L. 32 ANNI
Svolti 2 colloqui
Domanda iniziale: arriva in terapia perché vorrebbe migliorare il modo di rapportarsi soprattutto con le ragazze. Soffre molto il fatto di non avere una relazione e si sente sempre rifiutato.
Se riceve un rifiuto da una ragazza si abbatte completamente, “mi svilisco totalmente, mi convinco che valgo poco.”
Adesso gli piace una ragazza che ha conosciuto in palestra ma lei non sembra interessata. Una sera di settimana scorsa si è accorto che questa ragazza era in atteggiamenti confidenziali con un altro ragazzo e lui dice di essere andato profondamente in crisi, “quella sera mi potevi raccogliere con un cucchiaino”.
Lavora dal 2018 come consulente informatico in una società di consulenza che si occupa di banche e assicurazioni ma non è soddisfatto. Vorrebbe cambiare ma non si sente in grado di farlo, “penso di non essere capace”.
Vive con i genitori, è figlio unico. Vorrebbe uscire di casa ma ha sempre pensato di andarsene con la prospettiva di una convivenza. Più di un anno fa aveva iniziato a cercare casa ma poi ha smesso per i tassi troppo alti.
Dal 2019 al 2021 ha avuto una relazione. Si è conclusa perché non andavano più d’accordo e perché lui non era più innamorato, a volte lui aveva difficoltà di erezione nei rapporti.
Nel 2015/2016 aveva già fatto terapia perché aveva forte ansia e dopo un esame in università ha avuto un attacco di panico.
Famiglia di origine: entrambi i genitori sono pensionati, il pd ha 66 anni ed era un operaio metalmeccanico e la md 62 casalinga, prima della nascita del pz aveva una stireria.
Fino al 2012 hanno vissuto nell’appartamento accanto ai nonni materni e secondo il pz il padre si è sempre sentito “schiacciato” dalla presenza del nonno.
Il padre viene definito come una persona “molle”, schiva e appassionato solo alle sue cose come la bici. Mentre la md molto apprensiva, irascibile.
Domanda intervisione: Vorrei un confronto rispetto ad una ipotetica restituzione nel quarto colloquio
Da 6 mesi è subentrata un'altra ragazza nella sua relazione di 13 anni con V.
Da una settimana è tornato a vivere dai suoi “per schiarirsi le idee”, non sa più cosa fare, se continuare o meno l'attuale relazione.
M. ha conosciuto V. quando aveva 20 anni, tramite amici in comune.
Da circa 3 anni ci sono delle difficoltà tra di loro. V. è molto concentrata sul fisico, sull’ estetica. Tre anni fa, a causa di una dieta un po’ troppo restrittiva e di una attività sportiva intensa ha dovuto seguire, su indicazione del ginecologo, una cura ormonale affinché le tornasse il ciclo.
Da quando ha iniziato questa cura M. nota un cambiamento nella compagna: è sempre cupa, triste, molto negativa, sempre più attenta all’aspetto fisico.
M. Nel 2022 le chiede di sposarlo “mi sono fatto influenzare dalle pressioni esterne di amici e famiglia” ma andando avanti nella relazione si accorge che non è quello che vuole.
La proposta di matrimonio peró non si concretizza in una organizzazione effettiva e a gennaio M. esplicita che non vuole sposarsi.
Da una settimana circa lui è tornato a stare dai suoi genitori dicendo a V che ha bisogno del tempo per stare da solo, V. non sospetta un tradimento ma si dà la colpa per questa crisi.
Da 6 mesi M. inizia una relazione con una sua collega che vorrebbe che lui prendesse una decisione.
Domanda intervisione: Supporto nel processo di ipotizzazione.
Colloqui: 2
33 anni, S lavora come geologo per Eni in Basilicata dal lunedì al venerdì, spesso anche nei weekend. La moglie una settimana prima del nostro incontro l’ha lasciato ed è tornata a vivere coi genitori. Dall’estate scorsa non hanno rapporti sessuali soddisfacenti, lui ha disfunzione erettile e ha fatto analisi organiche per escludere patologie in questo senso. Da quando c’è stato il trasferimento per lavoro in Basilicata hanno iniziato a litigare (2022), lei lamentava la sua assenza anche quando si riunivano nei weekend, lui imputa ciò al fatto che in Basilicata avesse trovato un ambiente vessatorio e minaccioso sul lavoro per cui era difficile poi credere di essere al sicuro pur essendo a casa. Si sposano nel 2021 su sollecitazione di lei, sono insieme dal 2011. Nel 2016 vanno a vivere insieme in una casa acquistata dai genitori di lui che vivono nel medesimo condominio. Da inizio convivenza fino al 2019 litigano perché la md di lui è invadente rispetto alle scelte che la coppia fa per arredare la casa. Nonna materna e nonno paterno muoiono durante il covid, piange molto in seduta per queste perdite. Mi dice che ha sempre pensato che i genitori non volessero che lui si distanziasse troppo da loro.
Domanda intervisione: confronto col gruppo rispetto alla restituzione
T.S 26 ANNI
Svolti 3 Colloqui.
Domanda iniziale: arriva in terapia perché ha un’ansia molto forte, in particolare ha la costante ansia di andare in bagno (“ in ogni posto dove vado devo sapere che c’è il bagno”, “ ho l’ansia che devo andare in bagno ma ne sono impossibilitato”). Questa “fobia del bagno” è iniziata 3 anni fa dopo che ha avuto una cistite a Dicembre del 2020.
Dopo essere andato da un urologo il problema della cistite è passato ma da quel momento il paziente dice che è come se avesse dimenticato di uscire senza pensare al bagno.
Attualmente questa “fobia del bagno” lo influenza molto sul lavoro perché a volte i suoi capi gli chiedono di andare dai fornitori e lui prova ansia nell’andare (“penso in modo paranoico se ci sarà o meno il bagno”) e anche nei viaggi/ vacanze. Ad esempio a inizio gennaio è andato con la sua ragazza a Parigi per 3 giorni e lui non pensava ad altro e dice di essere diventato insopportabile anche se la sua ragazza è stata molto supportiva e cercava di tranquillizzarlo.
Durante l’ultimo anno di Liceo dice di aver sofferto di ansia a causa sia di una relazione finita sia di continui litigi con la madre per i voti a scuola. L’asia gli ha causato una gastrite che poi ha curato con i farmaci.
Nell’ultimo colloquio T. riferisce un episodio accaduto quando era in quarta elementare: durante una vacanza in montagna con l’oratorio, era su una seggiovia con un compagno e doveva andare in bagno. La seggiovia si è fermata, lui non ce l’ha fatta più e si è fatto la pipì addosso. Questo compagno l’ha detto poi a tutti gli altri e lui dice di essersi sentito umiliato e avrebbe voluto tornare a casa.
T. lavora come disegnatore tecnico presso un’azienda di mobili, vive con la famiglia, composta da madre, padre e sorella minore di 3 anni. Dalla fine di Maggio 2019 inizia una relazione con A.
T. dice di passare molto tempo chiuso in camera sua
Domanda intervisione: Vorrei un confronto rispetto ad una ipotetica restituzione nel quarto colloquio
G., 45 anni, sposato da 13 anni, con due bambine di 8 e 5 anni, al momento del primo colloquio lamenta da 2-3 settimane una problematica di disfunzione erettile. Episodi di eiaculazione precoce e disfunzione erettile si erano presentati verso i 24-25 anni e poi all’inizio della convivenza, verso i 29-30 anni. Nel primo caso si era rivolto a un andrologo e con il Viagra la situazione si era sbloccata; nel secondo aveva svolto un breve percorso con un sessuologo che gli aveva prescritto degli esercizi da svolgere. Anche nei precedenti episodi la partner era la sua attuale moglie. Il pz soffre per gli improvvisi scatti d’ira e aggressività della moglie, tendenzialmente descritta come molto solare, dolce e diplomatica.
Ora intende andare più in profondità, poiché assieme a questa problematica soffre di abbuffate notturne (che da circa 4 anni riesce comunque a tenere sotto controllo) e di ipocondria. Nessuno è al corrente di essere in terapia, nemmeno la moglie, a differenza dei precedenti consulti.
Al terzo colloquio il pz ha raccontato di avere avuto inaspettatamente un rapporto sessuale molto appagante con la moglie.
Domanda intervisione: come preparare una restituzione che possa restituire significato a tutte le tre le domande del paziente?
Coppia altamente conflittuale che arriva in terapia l’intenzione di trovare il modo di separarsi nella migliore maniera possibile soprattutto per le due figlie di due anni e mezzo e un anno. Sin dal primo colloquio in realtà hanno obiettivi diversi: lui vuole ancora salvare il matrimonio mentre lei è decisa a percorrere la strada del divorzio.
Stanno già portando avanti una terapia individuale con due terapeuti sempre del gruppo SAM.
Sembrano essere su pianeti completamente diversi e durante le varie sedute hanno un atteggiamento passivo aggressivo. Entrambi hanno un passato familiare alle spalle molto pesante. Lui sembra avere tratti depressivi e sbalzi di umore, che lo hanno portato nel tempo ad avere problemi anche in ambito lavorativo. Lei nella coppia è quella più aggressiva e decisionista, lui “lascia che le cose scorrano”.
La gravidanza e la nascita delle bambine sembrano avere messo in crisi definitivamente un matrimonio da sempre caratterizzato da alti e bassi, in cui entrambi non si risparmiano accuse reciproche.
Durante l’ultimo incontro hanno deciso di prendersi una pausa e soprattutto lei ha riferito di avere forti ansie e dubbi sul continuare la terapia di coppia. Ora io li devo richiamare per capire se ci sono i presupposti per riprendere la terapia.
8 Colloqui
Domanda intervisione: Come affrontare le telefonate a ciascuno e capire se effettivamente ci sono i presupposti per continuare la terapia di coppia
Due sedute svolte finora
Giacomo (nome di fantasia)
Età:40 anni. Lavora come dipendente aziendale (supporto help desk per bilance elettroniche e software di cassa per una catena di supermercati).
É sposato da 6 anni, con un figlio di 2 anni e mezzo, la moglie ha 37 anni. Convivono dal 2013 e si sono conosciuti nel 2007. Si rivolge telefonicamente al nostro centro per una problematica di natura sessuale di cui non riporta molto, se non che dura da un po’ di tempo e che influisce nella sfera sentimentale portando a litigi con la moglie, che ha insistito affinché cominciasse un percorso.
Durante il primo colloquio mi appare come una persona estroversa che vuole mostrare una marcata sicurezza di sé, molto loquace e spesso mi parla sopra.
La problematica sessuale, solo accennata nella telefonata, riguarda il non riuscire a raggiungere l’orgasmo durante i rapporti con la moglie; il problema persiste da circa un paio d’anni. Prosegue poi riferendomi altre due problematiche che vorrebbe risolvere perché “la moglie non se lo merita, è troppo buona, quasi immacolata, questo problema va risolto per lei”: gli è capitato due mesi prima di rivolgere complimenti a una ragazza sconosciuta su instagram. Questa cosa è già capitata altre 3-4 volte da inizio relazione, puntualmente viene scoperto e poi durante i litigi la moglie ritorna sempre sulla questione. La prima volta, quella più grave secondo il paziente, è avvenuta durante il loro primo anno di relazione e a suo dire “se lei non l’avesse fermato”, forse sarebbe anche passato dalla chat all’incontro reale. Giacomo riferisce poi di trovare maggiore soddisfazione nella masturbazione con video pornografici, lo fa circa 4-5 volte a settimana, questo lo fa sentire in colpa perché secondo lui influisce sulle prestazioni con la moglie.
Giacomo e la moglie hanno inoltre litigato recentemente (due settimane prima del colloquio) per motivi di scelta dell’asilo del figlio; in seguito a tale litigio, lui aveva fatto le valigie per andarsene ma poi la moglie lo ha bloccato. Giacomo riferisce comunque che quando non ci sono questi “scazzi” sono la coppia più tranquilla e bella del mondo.
Domanda intervisione: come costruire la restituzione (il terzo colloquio lo svolgerò venerdì)
Dottoressa, come mi vede?
Donna di 54 anni, lavora in casa di riposo come OSS da 13 anni.
Separata con una figlia dal secondo matrimonio.
Ha perso il padre nel 2020 e la sorella nel 2021.
Vive un momento di forte ansia e stress che si riversa in tutto quello che fa.
3 colloqui svolti
Domanda di intervisione: suggerimenti per il quarto colloquio.
Una nuova vita, guardando indietro
Jeremy ha 43 anni e si presenta in seduta per problemi di eiaculazione precoce.
Ha una compagna, Amy, di cinque anni più grande, con cui sta insieme da dieci anni: Jeremy è andato a convivere con lei da pochi mesi, insieme ai figli di lei, avuti da una relazione precedente.
Emergerà che Amy la conosce da quando lui aveva 20-21 anni e che hanno avuto già una relazione durata circa un anno.
Dopo aver dato la restituzione nella quarta seduta, alla quinta si presenta per comunicarmi la volontà di non proseguire il percorso motivato dal fatto di non aver più avuto i problemi per cui era venuto.
Domanda di intervisione: in questo caso come distinguere l'effettiva fine di un percorso terapeutico da quello che è nei fatti può essere un drop?
E in che modo si poteva eventualmente proseguire nel post-reframing?
Padre 63 a e madre 58a
Chiedono consulenza per il figlio maggiore di 35 anni che da anni abusa di alcool; la loro domanda è: come aiutarlo?
M. lavora con il padre ed il fratello minore di 29 anni, convivente, divenuto padre da qualche mese (Lui è il fratello bravo).
M. ha avuto una relazione di 5 anni, 2 dei quali ha convissuto con F. che la scorsa settimana ha lasciato casa perché esasperata dagli eccessi di M.
M. è sempre stato “difficile”, fin da adolescente ha abusato di alcool nel fine settimana, ma ora i genitori sono preoccupati perché pensavano fosse un problema risolto.
Aggettivi usati per descriverlo: intelligente, sensibile, oppositivo, generoso.
Restituzione: cercare di far nascere in lui la motivazione a mettere in discussione i suoi comportamenti e a comprenderne le origini.
1 colloquio
Domanda di intervisione: confronto sul metodo per procedere